FASE #2

GENNAIO 2017

Come si presenta il quartiere oggi? Come viene percorso, attraversato e utilizzato?
Costruiamo in classe due grandi mappe di lavoro, sulle quali riflettiamo ancora sull'intimo rapporto tra sogno e funzione nella produzione e riproduzione (pianificata, spontanea e speculativa) della città.
Sulla più grande di queste mappe costruite iniziamo a tracciare le nostre rotte individuali: le tante città parallele che ci appartengono e dalle quali siamo esclusi o ci escludiamo, le nostre geografie quotidiane, la scuola, il divertimento, gli affetti, lo sport. Stabiliamo un senso per ogni colore da usare e ci mettiamo a lavoro.

Emerge così che pochi tra loro abitano nel quartiere, si arriva, si va via, si resta, senza saperne quasi nulla. Per conoscerlo un po' di più, oltre a studiarne la storia, decidiamo quindi di uscire dalle nostre città e dai nostri percorsi quotidiani e di attraversarlo, per incontrare i suoi abitanti e ascoltarli, realizzando una serie di piccole interviste.

Questo è il mandato che emerge al termine di questo incontro:

Utilizzando le mappe A3 che vi abbiamo consegnato (riproduzioni in scala della grande mappa fotografica - ndr.), dovrete individuare uno o più luoghi del quartiere tra quelli già conosciuti, oppure scoprirne di nuovi e imprevisti attraverso metodi casuali come una matita fatta cadere sul foglio alla cieca… ma è solo un esempio, siete liber* di utilizzare/inventare il metodo che ritenete più efficace o che vi diverte di più!

Fatto ciò non vi resterà che raggiungerli e scegliere in loco delle persone (possibilmente di diversi generi, generazioni e culture) a cui porre queste due semplici ma importanti domande:

- Che desiderio aveva (lei o la sua famiglia) quando ha scelto di venire a vivere qui? (desiderio-sogno proiettato nel passato)

Quel che è interessante capire è quale caratteristica positiva del luogo abbia spinto loro o i loro genitori-nonni-bisnonni a optare proprio per questa parte della città, o anche solo a decidere di restarvi con piacere, al di là di questioni esclusivamente "pratiche".

- Che desiderio ha per il futuro di questo quartiere? (desiderio-sogno proiettato nel futuro)

Mi spiego. Qui cercheremo invece di scoprire quale cambiamento (anche totalmente fantascientifico e futuribile, fateli volare alti!) renderebbe, a loro giudizio, questo quartiere il posto più bello dove continuare a vivere e a crescere. Qui sarebbe anche interessante aggiungere in quale anno/decennio/secolo prossimi questo loro desiderio potrebbe realisticamente avverarsi.


... e queste alcune riflessioni di sintesi elaborate insieme sul materiale raccolto:

Attraverso queste semplici domande è emerso in modo abbastanza netto quello che possiamo definire un "pensiero collettivo" che le persone hanno di Spinaceto. Dalle interviste è emerso infatti che gli intervistati hanno prevalentemente scelto questo quartiere per il basso costo degli immobili e la presenza di ampi spazi verdi. Confrontando le testimonianze e rielaborando i dati, abbiamo inoltre riscontrato una sostanziale polarizzazione nelle opinioni espresse, che potremmo definire quasi due fazioni: chi trova il quartiere un posto vivibile e l'offerta dei servizi sostanzialmente efficiente, e chi invece pensa sia da ristrutturare e rimodernare, attraverso un'infrastrutturazione maggiormente rivolta ai giovani, come biblioteche, teatri e cinema, elementi considerati la possibile base per una rinascita del quartiere. Seppur non troppo distante dal centro di Roma, quasi tutti gli intervistati trovano l'intero quadrante a sud dell'EUR sia mal collegato e trascurato dagli abitanti, oltre che dall’amministrazione.

L'oggettivo e ormai strutturale limite della mobilità tra quartieri limitrofi e rispetto alla città (riscontato anche lavorando sulla mappa) è al contrario ritenuto da alcuni intervistati una paradossale qualità capace addirittura di rendere Spinaceto una piccola città autonoma. Alcuni delle intervistate e degli intervistati si sono ritrovati a scegliere per la seconda volta questo quartiere dopo anni di assenza trovandolo, al loro ritorno, in uno stato di sempre maggiore degrado e abbandono.
Alla domanda riguardante il futuro, molte persone intervistate (indipendentemente dall'età, dal genere e dalla condizione sociale, eterogenea sin dalle origini di questo insediamento) ha lasciato trasparire una sostanziale sfiducia nelle possibilità di effettivo riscatto. Spinaceto, al di là delle nobili intenzioni del legislatore - che lo volle come piano-pilota dell'intera operazione "167" - e dei suoi progettisti, viene percepito dopo oltre cinquant'anni, e a maggior ragione, come un "dormitorio" senza possibilità di riscatto, ma senza alcuna idea anche solo per desiderarlo. Conveniamo che questa sia e debba essere una responsabilità collettiva, che non può essere delegata alle sole istituzioni. E a partire da questo fondamentale principio iniziamo ad attivare il nostro lavoro. 

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