FUGA DA SPINACETO

Questo minuto di Caro Diario, film culto diretto nel 1993 dal regista Nanni Moretti, fece più di qualsiasi intervento di riqualificazione urbana, dando a suo modo un contributo alla riabilitazione e forse al momento di maggiore vitalità di Spinaceto e dei suoi abitanti, che fu proprio in quegli anni.

Questa è l'incredibile capacità dell'arte quando è onesta e persuasa: col semplice gesto di attraversare, indicare, ripensare, nominare, può contribuire come poche altre azioni umane a trasformare un immaginario, a disinnescare pregiudizi, a ipotizzare nuovi scenari, a inventare nuovi destini, a ricostruire legami materiali e immateriali e tanto altro ancora.

Dopo a una brevissima e divertente pagina di quel diario errante, Spinaceto divenne un po' di tutti, magari per la maggior parte di quei "tutti" continuò a restare un nome, un'idea disincarnata, ma alla quale associare finalmente un sorriso, magari ripetendo a memoria uno dei dialoghi più fulminanti e surreali del cinema italiano: "Beh, Spinaceto pensavo peggio, non è per niente male! Ciao! - Ma infatti! Lo sai che ci stavo pensando! Ciaaao!".

Insomma, un luogo da cui si poteva continuare a fuggire o a sfuggire, ma in cui si poteva anche provare a tornare e a sognare.

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